Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este, ritorno al Lago di Como

Laura Ferriccioli

Una perfetta sintesi di estetica, efficienza meccanica e artigianalità ai massimi livelli: è l’Alfa Romeo 6C 2500 SS Coupé Villa d’Este, che ha preso il nome nell’hotel dove è stata presentata al mondo e dove viene celebrata ancora con il Villa d’Este Style

 

La prima edizione si è tenuta nove anni fa. Da allora la magia si ripete: nei giardini del Grand Hotel Villa d’Este, sul Lago di Como, continua ad andare in scena ogni primavera il Villa d’Este Style, meeting dedicato a una delle creazioni automobilistiche più ammirate della storia, l’Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este. Proprio nell’iconica struttura ricettiva di Cernobbio il modello è stato lanciato, allora come novità, durante l’edizione del celebre Concorso d’Eleganza del 1949. Grazie al “Grand Prix Referendum” del pubblico, che l’ha eletto al top delle preferenze, quel giorno il coupé ha acquisito il nome della prestigiosa location per l’eternità, a suggello del successo ottenuto. E così, nei quattro anni a seguire, ne sono stati realizzati 32 esemplari, tutti one-off. Tutti diversi, cioè, realizzati a mano, nessuno in contemporanea, e con dettagli personalizzabili tra i quali il volante a razze leggere.

 

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Uno degli interni fatti a mano su misura per gli acquirenti delle Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este

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Capolavoro d’eccellenza. Molte sono le combinazioni di materiali e colori degli interni, messi a punto secondo i gusti dei clienti. D’altronde l’Alfa Romeo alla fine degli anni Quaranta era un piccolo brand di lusso, da poche centinaia di automobili all’anno. Vinceva nei circuiti grazie a piloti, ingegneri e tecnologie di prim’ordine, e vinceva anche nei salotti con l’estetica raffinata dei suoi modelli, che spopolano da sempre nei concorsi d’eleganza. Nel leggendario design Superleggera, nato dalla sapienza di Carlo Felice Bianchi Anderloni, la classica mascherina Alfa Romeo spicca in un frontale tra quattro fari tondi e due doppie prese d’aria allungate. La linea è filante come quella della 6C 2500 SS Coupé, sulla quale il Coupé Villa d’Este si basa. Le bombature del tetto e del lunotto sono accentuate, mentre il posteriore, basso e deciso, è contraddistinto da due piccoli fari eleganti.

 

Villa d'este Style 2020

 

La più potente della famiglia. Il telaio 2500 giungeva all’apice di una linea di grande successo iniziata con il 1500 e proseguita con il 1750, il 1900 e il 2300. Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Alfa ha ripreso in fretta la produzione della 6C 2500 nelle sue declinazioni Turismo, Sport e Super Sport. La base era, appunto, la 6C 2300 B del 1939, nonostante le difficoltà dovute alla scarsità delle materie prime. Il motore 6 cilindri in linea a tre carburatori, raffreddato ad acqua, arrivava da un passato sportivo stellato. Il coupé Villa d’Este è l’ultimo modello della famiglia, e anche il più potente. Ha 110 CV, arriva a 170 km all’ora. La trasmissione è con due alberi ruotanti su quattro supporti ricavati nella testa (due valvole in testa per cilindro), le sospensioni anteriori e posteriori sono indipendenti, con ammortizzatori telescopici e freni idraulici. La produzione della 6C 2500 è avvenuta sotto la direzione dello stabilimento Alfa Romeo del Portello da parte dell’ingegner Ugo Gobbato. Un uomo di grande talento e preparazione che si era laureato in Germania e aveva diretto la Magneti Marelli oltre che l’impianto Fiat del Lingotto.

 

 

Nell’anno del 110° anniversario Alfa Romeo. Considerato che in tutto il globo si conoscono attualmente soltanto 18 6C 2500 SS Coupé Villa d’Este, la media di presenze di 5-6 esemplari ogni anno al Villa d’Este Style è alto, con un record finora raggiunto di otto presenze. Stavolta, in uno dei primi eventi di auto classiche in Italia dopo il lockdown per pandemia da Covid, negli splendidi scenari dell’hotel si sono riuniti sei esemplari, di cui tre provenienti da Germania e Svizzera – proprio dalla Confederazione, fra l’altro, è stato esposta una Villa d’Este di colore nero, mozzafiato. Era il 27 giugno e, a causa delle restrizioni legislative contro la diffusione del coronavirus, la tradizionale sfilata del primo pomeriggio con le vetture sul lungolago non si è tenuta: piuttosto, l’evento ha avuto luogo a porte chiuse, con un ristretto numero di invitati. Come in una “capsule” di sogno e di bellezza, lontana dal mondo. Dopo l’esposizione, iniziata nella mattinata secondo il programma abituale, il raduno si è concluso con il pranzo in uno degli incantevoli giardini di Villa d’Este con vista sul Lago. Le emozioni? Da brivido, come sempre. Vedere riunite certe rarità dal fascino speciale, avvolte in un allure intramontabile e conservate in modo ineccepibile è uno spettacolo unico al mondo.

 

 

Storie di vite vissute. Tra le vetture dall’Italia, immancabile al centro dello spazio la Villa d’Este telaio #915.016, ovvero la padrona di casa, di proprietà dell’hotel. L’esemplare, grigio metallizzato, è stato trovato nel 2011 presso un dealer in Inghilterra, non lontano da Cambridge. Apparteneva da 15 anni a un collezionista inglese di Hong Kong, dopo essere vissuta sempre a Roma. Poco più in là, una perla di colore amaranto brillava alla sua destra: in origine apparteneva a uno sportivo comasco legato alla Scuderia Ferrari, poi ha corso al Rally di Monte Carlo del 1952, dove ha avuto un incidente. Restaurata dalla Carrozzeria Lopane nel 1974, è stata ripristinata di nuovo a fondo, ma non a regola d’arte, nei primi anni Novanta. Intanto, dalla Svizzera era passata al Veneto. L’attuale proprietario l’ha comprata nel 1994, facendola poi perfezionare da Dino Cognolato. Ancora, uno stupendo blu cobalto è il colore della vettura del 1950 che chiude il tris di Coupé Villa d’Este presenti dal Belpaese. Venduta alla concessionaria Alfa Romeo di Lugano, è rimpatriata nel 1991 con il titolare attuale, dopo due passaggi di mano in terra elvetica e uno in Francia. Hanno completato il quadro nella cornice dell’hotel due 6C 2500 Super Sport – di cui una con tetto in plexiglass apribile Aerlux della Carrozzeria Touring –, due Sport Convertibili e una Freccia d’Oro. Meraviglia dopo meraviglia, c’è stato di che lustrarsi gli occhi. Fino al prossimo Villa d’Este Style.

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