Cent’anni fa nasceva la prima automobile pensata anche per le donne, la Citroën 5CV Type C

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Economica e facile da guidare, fu un best seller da 80mila vendite in Europa

 

Nel 1922 è stata lanciata sul mercato automobilistico la Citroën 5CV Type C, soprannominata dal pubblico “Petit Citron” (“Piccolo Limone”) per il suo colore giallo. Segnò l’inizio della democratizzazione dell’automobile e, grazie a una notevole manovrabilità e alla facilità di manutenzione, strizzava l’occhio anche alle signore. Economica, con una potenza fiscale di 5CV – da cui prendeva il nome – la Type C è stata prodotta per quattro anni anche nelle versioni C1, C2 e C3 raggiungendo un volume totale di vendite di oltre 80mila esemplari (dati: Citroën). Un successo enorme.

 

Da grande precursore dei tempi quale è sempre stato, André Citroën aveva messo in cantiere prima di qualsiasi altro marchio automobilistico una vettura rivolta per la prima volta anche a un pubblico femminile. Non solo, la gamma dei colori comprendeva tinte vivaci, la guida era facile: due caratteristiche, queste, che rendevano la vettura accattivante anche per i giovani. Che fino ad allora non avevano mai avuto un’automobile adatta alle loro esigenze. Ma l’imprenditore francese ha sempre guardato avanti, lui creava auto per tutti: veicoli decisamente più versatili da usare rispetto agli standard dell’epoca. Quando di servosterzo o servofreno non se ne parlava neanche lontanamente, le auto erano pesanti e i loro motori richiedevano che il guidatore regolasse manualmente l’anticipo di accensione, la miscela e persino la pressione nel serbatoio del carburante. Perciò guidarle richiedeva molto sforzo fisico e spesso era un compito che solo i piloti professionisti potevano assolvere. Vale a dire tutti uomini. Mentre la leggerezza e le gomme strette della 5CV Type C rendevano fluida la guida del modello.

 

 

Era anche molto facile salire a bordo del modello, l’azionamento del volante era più maneggevole rispetto a quello delle vetture in circolazione a quel tempo e non era difficile arrestare la marcia senza avere gambe particolarmente muscolose. La Citroën 5CV aveva anche un altro aspetto che la caratterizzava: l’unica portiera era posizionata sul lato passeggero, per favorire l’entrata e l’uscita lato marciapiede in totale sicurezza. Il motore era un quattro cilindri in linea, a valvole laterali e carburatore orizzontale (alesaggio 55 mm, corsa 90 mm, cilindrata 856 cm3), con avviamento elettrico. Potenza reale: 11 CV a 2.100 giri/min. I freni erano a pedale su trasmissione (pedale a destra, acceleratore al centro). Lunga 3,20 mt, l’auto era larga 1,40 mt, (altezza, senza capote: 1,55 mt.) e pesava 543 kg a vuoto. Velocità massima: 60 km/h. Con un consumo di 5 litri/100 km.

 

 

 

E così, con il suo grande successo europeo, la Citroën 5CV fu una piccola rivoluzione sociale. Anche in termini di comunicazione, fu dirompente. L’intera campagna pubblicitaria dette alle donne un grande risalto, anche più dell’auto stessa. L’obiettivo era di sottolineare che il nuovo modello era molto ben concepito in modo che le signore si sentissero a proprio agio alla guida e venissero incoraggiate ad avere il proprio veicolo. Le prime Citroën 5CV furono proposte esclusivamente in versione Torpedo a due posti, la carrozzeria verniciata in un sorprendente colore giallo con i parafanghi neri. Dall’anno successivo fu affiancata dalla versione Cabriolet, sempre a due posti color avana (arriverà anche il blu a completare la gamma colori) mentre la stessa Torpedo lasciava il suo “giallo limone” per un elegante bordeaux. Infine, dal 1925, la 5CV Type C uscì nella versione “trifoglio” (torpedo tre posti). E nello stesso anno venne commercializzata la “Citroënette 5CV”, ovvero la versione a pedali per bambini: quando si dice un’automobile per tutti.

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