Maserati Mexico, i 55 anni di un’icona dell’Italian style


Considerata una delle più affascinanti GT italiane di tutti i tempi, la Maserati Mexico ha debuttato al Mondial de l’Automobile di Parigi nell’ottobre del 1966
Il prototipo della Mexico, disegnato da Vignale e basato sullo chassis della Quattroporte II, è stato presentato un anno prima al Salone di Torino, dove ha riscosso un grande successo con il nome di 5000 GT Vignale. Tanto che venne presa subito la decisione di produrlo in serie. È nata così la Mexico, un elegante Coupé 2+2 con linea filante ed essenziale, in puro stile Maserati. Sotto il cofano batteva un cuore sportivo con la versione stradale del motore da corsa derivato dal 450 S, che veniva impiegato per la terza volta dopo la Quattroporte e la 5000 GT.

Origine di un nome. L’auto è stata nominata come il paese dell’America Centrale perché un importante cliente messicano aveva acquistato una 5000 GT Allemano appartenuta al presidente messicano Adolfo López Mateos nel 1961 e l’aveva portata a Modena per essere riparata dopo un incidente. Durante la visita allo storico stabilimento di Viale Ciro Menotti, il cliente sarebbe rimasto così colpito dal prototipo firmato Vignale da insistere assolutamente per acquistarlo, al punto che la carrozzeria è stata trasferita sul telaio della sua 5000 GT. Questa serie di coincidenze avrebbe portato alla scelta del nome “Mexico” per il futuro modello. L’idea si è poi ulteriormente rafforzata nel 1966 dopo la vittoria di John Surtees del Gran Premio del Messico su una Cooper-Maserati.
Nel segno del lusso artigianale del Tridente. Fin dal suo lancio, la vettura era equipaggiata con un V8 da 4,2 litri da 260 CV e una velocità massima di 240 km/h e un V8 da 4,7 litri da 290 CV, in grado di spingerla a una velocità massima di 255 km/h. La Maserati Mexico ha impressionato sia per lo stile che per l’equipaggiamento, che comprendeva – di serie – sedili in pelle, alzacristalli elettrici, cruscotto in legno, aria condizionata e freni a disco anteriori ventilati servoassistiti. Cambio automatico, servosterzo e radio erano disponibili come optional. L’interno è stato descritto come “un salotto in stile italiano”, che esprime l’identità italiana e l’artigianalità del marchio Maserati.