Rarità fra le rarità, questa BMW Z1 è una delle poche in Pure Blue Metallic
Con la sua scocca in acciaio zincato, gli sportelli a scomparsa e la carrozzeria in pannelli intercambiabili, la Roadster bavarese presentava una tecnologia innovativa ed era prodotta in serie limitata
La dinamica è delle più tipiche: un ragazzo si innamora di una nuova auto di lusso appena uscita, non se la può permettere e prima di arrivare ad acquistarla la sogna per una vita. Ma c’è un’aggravante: il futuro proprietario di questa BMW Z1 del 1991, allora 29enne, riteneva che la vettura oggetto dei suoi desideri costasse anche oltre il suo valore. Nel senso che la cifra era più o meno la stessa necessaria per acquistare una Porsche ma i cavalli in quel caso, anziché 172 come per la Z1 (a 5800 giri/min), sarebbero stati molti di più. Epperò. Vuoi mettere gli sportelli che scorrono a scomparsa in senso verticale? La Z1 era un’auto spettacolare e rappresentava il concetto stesso di futuro di nome e di fatto: la Z della sigla, che sta per Zukunft (futuro, in tedesco), rifletteva lo spirito d’avanguardia con cui BMW l’aveva concepita.
Nuova per davvero. Quando la casa dell’Elica ha deciso di mettere in cantiere una serie di Roadster dell’era moderna, con la Z1 ha infatti centrato l’obiettivo di creare una vettura estremamente innovativa. Con un motore, però, che era sì lo stesso a 6 cilindri in linea di 2500cc della BMW 325i E30 ma a 12 e non 24 valvole. E dire che la posizione arretrata del propulsore stesso e, in generale, la disposizione ideale dei pesi avrebbero consentito molta più potenza. Per non parlare dell’aerodinamica, altro fiore all’occhiello della Z1. Anche la carrozzeria potrebbe supportare il doppio dei cavalli, nonostante la sua leggerezza, grazie alla scocca in acciaio zincata che garantisce una rigidità straordinaria al telaio. La “pelle” in pannelli di plastica rimovibili è un altro effetto speciale che rende unico il modello, con vetture capaci di cambiare colore in poche ore di lavoro grazie a pannelli addizionali acquistabili a parte. O almeno così la Casa dichiarava.
Rara oggi come ieri. “In realtà”, precisa il proprietario di questa Z1, “per smontare e sostituire i pannelli servono parecchi giorni e il set costava una follia”: non proprio un batter d’occhio, insomma, da nessun punto di vista. Lui il cambio l’ha messo in pratica quando ha scoperto, richiedendo alla BMW un certificato d’origine, che questo esemplare era uno dei 193 nati in Pure Blue Metallic – e uno dei soli 89 prodotti con la combinazione dell’interno in Grey/Dark Grey. Quando l’ha comprata era infatti nera, una tinta con cui sono uscite dalla fabbrica bavarese 2300 unità su un totale realizzato di 8mila. Già, perché anche la tiratura limitata ha contribuito ad accrescere l’alone di esclusività della Z1, commercializzata dal 1989 al 1991. “In giro non se ne vedevano, apparivano più che altro sulle riviste”, ricorda lui. Nel 2007 ha stabilito che era arrivato il momento buono per mettersi in cerca di un esemplare e ha trovato l’auto nel Centro Italia dopo qualche mese. Probabilmente era stata venduta nuova in Germania e poi importata nel Belpaese, dove è passata di mano un paio di volte.
Sogno di un weekend di mezza estate. “Andava bene, a parte qualche piccolo problema alla capote. Aveva accumulato solo 25mila km”. Non che ora ne abbia molti di più, circa 32mila, dato che non partecipa spesso a raduni e tanto meno viene impiegata come mezzo per tutti i giorni. La guida? “È estremamente piacevole”, assicura l’appassionato. “L’auto è silenziosa e ha una tenuta di strada eccezionale, oltre che una grande frenata visto che il modello è stato tra i primi dotati di Abs. Però se parliamo di emozioni non è il massimo perché non è poi così performante”. Più che sportiva, insomma, il suo driver si sentirebbe di definirla “un’auto da passeggio”. Già, magari d’estate: con i capelli al vento e una bella ragazza a fianco. Tornando così al classico cliché invocato dai giovani abituati più al sogno che all’acquisto. E fiduciosi che con il mezzo anche la passeggera può fare la sua comparsa.
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Foto: Lucia Potenza