Restomod: la conversione delle auto storiche in EV divide gli appassionati


Gli amanti dei veicoli storici non ne vogliono sapere, eppure si moltiplicano le aziende che offrono il servizio. Specie nell’alta gamma
All’idea che basti un gruppo di batterie per spazzare via decadi di progresso tecnologico, Karl Benz si starà probabilmente rivoltando nella tomba. E non sarebbe l’unico a indignarsi: la maggior parte degli appassionati di veicoli storici ritiene la conversione all’elettrico un’aberrazione, una forzatura che taglia via la storicità ai mezzi. Già soltanto la guida senza sound è vista come qualcosa di inconcepibile: come “un maccarone senza pertuso”, per dirla alla napoletana (“maccherone senza buco”). Altri, invece, in Italia non vedono l’ora di trasformare in elettrico il proprio “Cinquino”, le Bianchina, le Topolino. Come ha già fatto Garage Italia con le Fiat 500 Jolly e la Panda Integral-e. O la siciliana Newtron con le Fiat Cinquecento di prima generazione.
Nato nel 1938 e prossimo cittadino modello. In Germania Volkswagen Group Components dal 2019 dona l’immortalità al suo leggendario Käfer, il Maggiolino, in partnership con un’azienda specializzata, la tedesca eClassics. La propulsione elettrica, il cambio a una marcia e il sistema di batterie da 36.8 kWh sono basati sulla Volkswagen e-up con un risultato di 60 kW (82 CV) di potenza. Mentre freni e chassis degli esemplari da convertire vengono rinforzati per via del peso aumentato (1.280 kg). Con 150 km di velocità massima, il Beetle in versione EV può viaggiare per 200 km prima di ricaricarsi. E se rimane “a secco” durante il percorso, un sistema combinato gli permette di alimentarsi per un’ora: dopo può affrontare ancora 150 km.
Il passato diventa futuro. Anche in Inghilterra l’industria dell’elettrificazione delle Mini Cooper è all’opera da tempo. Ma non solo le più piccole hanno trovato una seconda vita “alleggerita” da un blocco di batterie. Anche signore della strada come le Rolls-Royce vengono riadattate in versione elettrica. Loro che sono sempre state regine del silenzio. E chissà se Ingrid Bergman e George Sanders durante il loro Viaggio in Italia (di Roberto Rossellini, 1954) in una Bentley MkVI Drop Head Coupé Ghia avrebbero trovato maggior comfort grazie al powertrain elettrico. Di sicuro c’erano già abbastanza silenzi fra loro due. Ma è il fenomeno Restomod, bellezza (parola derivata dalla fusione di “restore” e “modern”)! E il mondo vuole imboccare la strada delle emissioni zero. Ora, di aggiornare tanta magnificenza britannica in chiave futura si occupa Lunaz Design, che ha già convertito una favolosa Bentley S2 Continental Flying Spur carrozzata H.J Mulliner e si occuperà da adesso di diverse Bentley Continental S1, S2, S3. Oltre che di qualche rara Continental Drophead Coupé.
Ecologia per nababbi. L’anno scorso, sempre l’azienda britannica aveva già realizzato la prima Rolls-Royce elettrica al mondo, una Phantom del 1961 che ora viaggia con una batteria da 120 kWh in grado di garantire 482 km (300 miglia). Più probabile che si stanchi prima lo chauffeur, quindi, che non lei. Poi, ancora gli stessi specialisti di Silverstone, hanno messo in produzione una Jaguar XK 120 e una cinquantina di Range Rover costruiti fra il 1970 e il 1994. I prezzi? Per i Suv si va da 245mila sterline in su, da 350mila per le Rolls. Le creazioni del Giaguaro, comunque, escono anche direttamente convertite all’elettrico dalla Casa di Coventry: lo ha mostrato in mondovisione il matrimonio reale di Harry e Meghan, che nel 2018 hanno percorso circa un km a bordo di una E-Type elettrica dal castello di Windsor alla residenza di campagna di Frogmore House. Sembrerebbe, quindi, che mentre l’elettrico per i comuni mortali stenta a decollare, con vendite sorrette per lo più dagli incentivi e con un’infrastruttura ancora debole, le vetture di altissima fascia restaurate e trasformate in EV (Electric Vehicle) abbiano già un mercato tangibile.
Ora l’Ac Cobra morde in quattro secondi. Persino una delle racer più infuriate della storia, la AC Cobra creata dal pilota statunitense Carrol Shelby sulla carrozzeria di un’Ac Ace Roadster è ora alimentata da un blocco di batterie. Il primo esemplare di AC Cobra Series 1 electric è stato presentato la scorsa settimana al British Motor Show di Farnborough (v. foto in apertura), vicino Londra, dove le classiche elettriche hanno avuto un’intera sezione dedicata con demo dal vivo. Passa da 0 a 100 km/h in 4 secondi, ha una batteria di 55 kWh, 308 CV e con una ricarica fa 250 km. Realizzata da AC Cars insieme alla Falcon Electric, la Series 1 verrà prodotta in serie limitata – 58 unità – e consegnata insieme alla Series 4 annunciata a giugno.
La Dea con la carica. Poteva un’altra icona come la Citroen DS sfuggire al fenomeno? In Electrogenic sono convinti di no. Per questo hanno approntato in EV un esemplare del 1971 della magnifica ammiraglia che, con la sua grande innovazione meccanica ed estetica, ha regnato Oltralpe per oltre un ventennio. Ancora una volta inglesi, gli autori di questa trasmutazione hanno realizzato una speciale pompa elettrica per assicurare il mantenimento dell’effetto “magic carpet”, come lo definiscono loro, che ha sempre caratterizzato la guida della Deésse grazie alle sospensioni idropneumatiche. Al posto del 4 cilindri da due litri giacciono ora un motore elettrico Hyper9 brushless, con cambio manuale, che produce 120 CV e una batteria da 48.5kWh che offre autonomia per 225 km (140 miglia).
Non solo storiche. Nel panorama delle classiche rivisitate c’è poi anche una vettura che classica non è ma in un certo senso è come se lo fosse: la Microlino, in arrivo dalla Svizzera con la stessa forma e la stessa apertura con il portellone frontale della storica Isetta. Un concetto di “Bubble Car” dal design ancora avveniristico, stavolta con un cuore elettrico. Sulle sue quattro ruote possono viaggiare due persone, alla velocità massima di 90 km/h. Due le opzioni per la batteria: da 8 o 14,4 kWh, per un’autonomia di 125 o 200 km. La produzione è iniziata quest’anno, un esemplare si compra con 12mila euro (www.microlino-car.com).
Visto che:
1-ho già più di una decina di auto d’epoca regolarmente funzionanti
2-ho il cinquino che mi ha regalato il postino con la quale mi recapitava la posta trent’anni fa
3-il cinquino di cui al punto precedente è marcio e un recupero tradizionale sarebbe antieconomico
4-i collezionisti puristi e conservatori saranno si e no l’1.5% dell’intera popolazione terrestre e in età geriatrica
5-bisogna strizzare l’occhio alla green economy (anche se sono il primo tra gli scettici)
6-le ZTL saranno sempre più numerose
7-vi sono aziende artigianali italiane che sono in grado di convertire vetture da Benz a Elett
8-con le mie cose ci faccio quello che mi pare
Sto seriamente valutando di trasformare la 500 in lavatrice viaggiante.
Così le doni l’eternità