Il MoMa mette in mostra la Fiat 500
Piccola ma spaziosa, semplice ma irresistibile. A 64 anni dal lancio, la Fiat Cinquecento non accenna minimamente a uscire dai riflettori e anche i musei continuano a metterla in pole position. È successo di recente per l’Adi-Design Museum Compasso d’Oro di Milano, che l’ha inclusa nella mostra dell’apertura come icona del design made in Italy, ed è ora il turno niente meno che del Museum of Modern Art di New York. Una Fiat 500 F, che è stata restaurata e donata dall’Ente Heritage di Stellantis al museo nel 2017 per il 60esimo anniversario del modello, è ora “parcheggiata” nello Sculpure Garden del MoMa, dove rimarrà insieme ad altre otto vetture fino al 10 ottobre. Tra loro anche la Cisitalia 202 Berlinetta rossa che è stata la prima auto annoverata nella collezione permanente della raccolta museale statunitense come “scultura semovente” (nella foto). L’occasione è la mostra Automania, che esplora le trasformazioni sociali, urbane e ambientali dovute all’avvento dell’automobile nel XX secolo. Curata da Juliet Kinchin, Paul Galloway e Andrew Gardner, la rassegna presenta anche componenti, modelli, filmati, foto, poster, dipinti e sculture.
Volumi enormi, ma di produzione. Tra tutte le serie di “Cinquini” realizzate, la F è la più famosa ed è stata prodotta nel maggior numero di esemplari, tra il 1965 e il 1972. Se si contano le altre versioni (Sport, D, L, R) di prima generazione, tra il 1957 e il 1975 sono stati prodotti in totale più di quattro milioni di esemplari della mitica utilitaria. Progettata da Dante Giacosa, la Fiat Nuova 500 è stata concepita come auto economica per la motorizzazione del continente europeo del dopoguerra. Alla base, infatti, c’è l’idea che il design di qualità dovesse essere accessibile a tutti. Ecco perché nonostante le dimensioni esterne ridotte, il design dell’ingegnere piemontese massimizzava il volume interno, riuscendo a creare uno spazio sorprendentemente ampio, tale da poter accogliere quattro passeggeri.