L’Alfa Romeo 1900 Super quattro porte più chic d’Europa
Nata dall’estro di una stilista di moda, questa vettura dal design così particolare non è una one-off ma fa parte di una ristretta serie di cui si ritiene ormai l’unica rimasta
Negli anni Cinquanta, prima che l’industria della moda italiana avesse il suo exploit, le dame della Milano bene vestivano firmate da una stilista che si chiamava Jole Veneziani, una signora bionda, di bassa statura, che indossava sempre occhiali molto vistosi come a sottolineare il difetto visivo alquanto severo che la costringeva a portarli. Aveva intercettato la tendenza americaneggiante che si percepiva allora nel design di automobili e non le fu difficile convincere i dirigenti del Portello, dato che ne frequentava le mogli, a mettere a punto una versione “fashion” dell’ammiraglia 1900.
L’auto di famiglia che vince le corse. Con questo slogan l’Alfa Romeo nel 1954 pubblicizzava la 1900 dopo che la berlina aveva dominato le maggiori competizioni nella classe Turismo. Di grande successo, la vettura, prima Alfa a scocca portante, è stata prodotta dal 1950 al 1959 nella prima catena di montaggio realizzata dal marchio milanese. Il suo punto di forza era il motore, non più a 6 e 8 cilindri come per i modelli precedenti ma con un frazionamento a 4 cilindri sempre con testata in lega leggera, due alberi a camme in testa e camere di scoppio emisferiche. Con l’apporto della sarta dei salotti meneghini, furono poi mille gli esemplari allestiti con uno stile vagamente “flamboyant” che riporta alla mente le creazioni di Giovanni Michelotti per Vignale, specie quelle marcate col Cavallino.
Ardite nuance per pochi eletti. Gli abbinamenti furono del tutto insoliti: rosa corallo e nero, verde bottiglia e nero, blu di prussia e bianco, e, infine, aragosta e bianco, come si può vedere nella copertina del dépliant pubblicitario della vettura (v. foto sopra). Nello stampato figurano accanto alle 1900 Super (90 CV, velocità massima 190 km/h) della serie griffata “dalla Jole”, come si direbbe ancora adesso a Milano, personaggi illustri dell’epoca come Arturo Toscanini e Mike Bongiorno. E non mancano alcune foto con vip in uscita da una di queste sciccosissime Alfa Romeo davanti al Teatro alla Scala per la serata inaugurale di ogni anno il 7 dicembre. Con la livrea color corallo e nero ne sono state prodotte circa 200, da maggio a giugno del 1956. Questo esemplare, che ha vinto la scorsa estate il Best of Show al Défilé Città di Legnago, è l’unico uscito dalla fabbrica con le ruote a raggi.
L’auto del figlio del presidente. Dei suoi quattro proprietari, uno era proprio il figlio del presidente dell’Alfa Romeo Giuseppe Luraghi. E fu lui, Dario, a tirarla fuori dal museo in Francia – a Le Circuit de Chatelet – dove l’auto ha trascorso circa trent’anni dopo che il primo acquirente, di Genova, ve l’aveva venduta. La lunga permanenza sotto i riflettori ha salvato l’esemplare dalla ruggine e anche l’interno si è mantenuto benissimo: è sul modaiolo spinto, come la vernice della carrozzeria, ma con tinte sgargianti alternate al grigio. “Non è mai stato restaurato, solo pulito”, precisa il custode attuale. Per lui si è trattato di un matrimonio d’amore, perché i colori e le forme della vettura l’hanno stregato. “L’auto era su un libro della storia dell’Alfa Romeo, ho voluto indagare ed è venuto fuori che con questa livrea a dir tanto ne sopravvivono dieci. E addirittura la mia è l’unica Berlina in Europa in aragosta e nero. Tutte le altre sono coupé”.
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