Un’eterna dream car chiamata Volkswagen Karmann Ghia

Laura Ferriccioli
Volkswagen Karmaann Ghia

A oltre 65 anni d’età la piccola tedesca dalle linee italiane continua a essere uno dei coupé più amati di sempre

 

Basata sulla meccanica del Beetle con disegno della carrozzeria Ghia, la celebre Typ 14 è un simbolo della rinascita economica della Germania degli anni Sessanta. Con le sue linee generose e ricercate, è anche la realizzazione che ha fatto entrare la carrozzeria Karmann negli annali di storia dell’automobile. È infatti la l’opera più conosciuta dell’atelier nella Bassa Sassonia e, con il frontale caratterizzato dalle due inconfondibili prese d’aria, ha avuto un successo clamoroso.

 

Volumi importanti. La produzione del modello, durata ben 19 anni, ha raggiunto un volume complessivo di 362.601 unità in versione coupé (fonte: Volkswagen). Impressionanti anche i numeri della convertibile, definita in una pubblicità dell’epoca come “la dream car per gli automobilisti più esigenti che vogliono andare veloci anche con il tetto aperto”: a quanto pare hanno risposto in 80.881, per altrettanti esemplari venduti dal 1957. La versione scoperta è stata infatti lanciata due anni dopo il coupé, ed è stata realizzata fino allo stop totale della produzione nel 1974.

Volkswagen Karmann ghia

Da sempre ricercata dai collezionisti. Nel Regno Unito nei primi anni Novanta la Volkswagen Karmann Ghia era considerata un cult. Guidarne una a Londra significava sentirsi rivolgere offerte di continuo, magari mentre si era in coda al semaforo, o addirittura di vedersi fermare lungo le strade da fan del modello che proponevano cifre anche molto alte. È il caso, ad esempio, dell’esemplare color corallo nella foto in apertura, che esiste ancora: una piccola tedesca che ha un valore affettivo importante per il suo proprietario, e anche per questo meriterebbe un restauro completo. Ma non solo i sudditi di Sua Maestà erano affascinati dalla Typ 14: anche negli USA il modello è piaciuto molto, come del resto in America Latina, dove la Volkswagen brasiliana la produceva con qualche piccola variazione rispetto alla versione europea.

 

Eleganza made in Italy. Quali sono stati i fattori determinanti di tanto successo? L’eleganza sportiva del design, certo. Negli anni poche variazioni sono state apportate alla linea della Volkswagen Karman Ghia (ampliamento dei passaruota e delle prese d’aria frontali, gruppi ottici posteriori diversi). Ma senza dubbio anche la spaziosità dell’abitacolo, la silenziosità e l’alta qualità delle rifiniture hanno giocato un ruolo sostanziale. Parecchi i potenziamenti del motore a partire dal 1966, fino a una cilindrata di 1.584 cc (50 CV) e una velocità che poteva arrivare a 140 km/h.

Volkswagen Karmaann Ghia

Stile ed efficienza. Il coupé 2+2 è entrato in produzione nel 1955 con giusto qualche ritocco alla proposta Ghia, che allora era capitanata da Luigi Segre dopo l’uscita di Felice Boano nel 1953. La richiesta del titolare della Karmann, avanzata proprio in quell’anno, era in realtà per una convertibile ma il disegno del coupé – di cui è stato immediatamente realizzato il prototipo – ha convinto subito sia lui, sia l’allora managing director Volkswagen Heinrich Nordhoff. In pratica, l’idea di dare un tono sportivo all’efficiente telaio del Maggiolino (Typ 1) si è rivelata una carta efficace.

 

Scirocco in arrivo. La Typ 14, che ha contribuito in modo determinante anche alla diffusione del marchio Ghia nel mondo, è stata mandata in pensione dalla Volkswagen Scirocco, nata dalla matita di Giorgetto Giugiaro. L’ultimo esemplare del mitico coupé progettato “a tre mani” è uscito dall’impianto produttivo di Osnabrück il 31 luglio del 1974. Era in Phoenix Red (nella foto sopra), la stessa livrea con la quale è stato esposto al Bremen Classic Motorshow, in Germania, all’inizio del 2020. Un’uscita che gli ha regalato la sua prima volta in assoluto sotto i riflettori; mentre la sede tedesca della Karmann è stata nel frattempo acquisita dal Gruppo di Wolfsburg nel 2010, dopo il fallimento un anno prima.

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