Chenard et Walker Y6, fascino délabré alla francese e velocità anteguerra

Laura Ferriccioli
Chenard et Walker Y6 prewar cars anteguerra
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Se vi piacciono le storiche anni Venti, ecco una chicca prodotta da una casa importante ma ormai cancellata nella memoria collettiva: la Chenard et Walker Y6 Torpedo

Chenard et Walcker è la marca di automobili che per prima ha vinto a Le Mans, nella gara che nel 1923 ha inaugurato il circuito della Sarthe. È stata “the very first”, come direbbero in Gran Bretagna, sebbene la vittoria della sua Type U 15CV 3 litri fosse solo parziale perché all’epoca la competizione si componeva di tre corse annuali. Un successo comunque eclatante, che ha rappresentato il culmine dell’attività sportiva della casa, allora ben posizionata nel mercato automobilistico francese. Nata nel 1889 dall’accordo tra Ernest Chenard ed Henri Walcker per la produzione di tricicli e vetturette, l’azienda ha di fatto iniziato a costruire veicoli a quattro ruote nel primo decennio del nuovo secolo, contando soprattutto sulla fornitura di taxi venduti a Parigi.

 

Chenard & Walker Y6 Le Mans anteguerra prewar cars

Chenard et Walker Y6 prewar cars

Chenard et Walker Y6 engine prewar cars motore anteguerra

Chenard et Walker Y6 Le Mans engine motor prewar cars anteguerra

 

Una gloria del motorsport. Una gara dopo l’altra – compresa la Parigi-Madrid del 1903, che è stata una delle prime dispute internazionali di velocità – Chenard et Walcker si è conquistata il quarto posto tra i produttori di vetture in Francia. Una crescita, la sua, che non si è arrestata neanche dopo la prematura scomparsa di Henri Walcker, morto per una peritonite nel 1912. Nessuno dei due soci fondatori è in realtà riuscito a essere testimone degli ottimi risultati agonistici della casa: Ernest Chenard è scomparso nel 1922, anche lui prima della vittoria a Le Mans.

Svolta stradale. Sotto la guida del secondo figlio di Chenard, Lucien, e di Henri Toutée, che lo affiancava nella direzione tecnica, i successi della factory continuarono fino al 1927, anno in cui la Chenard et Walcker si ritirò ufficialmente dalle competizioni per dedicarsi alla produzione di vetture da turismo. Fino al 1950, quando chiuse i battenti definitivamente. La Y6 Torpedo è uno dei modelli nati proprio nel periodo di transizione tra l’impegno sportivo e la decisione dell’azienda di concentrasi sul mercato delle vetture stradali. Monta un motore 4 cilindri in linea di 1496cc (25 CV), ereditato dalla precedente Y3.

 

 

Sete di velocità. La Y6 del 1929 ritratta nelle foto è stata comprata sei anni fa presso un signore nel Nord Italia che l’aveva tenuta da parte in un ripostiglio per tanto tempo. La testata del motore è particolarmente performante, si vede che era stata fatta da un preparatore di allora, “però quando ho trovato la vettura, il blocco era aperto ed era tutto arrugginito”, racconta il proprietario, un appassionato italiano di auto storiche. “Ho dovuto rifare tutto il motore e poi abbiamo tenuto la carrozzeria così conservata perché ci piaceva”. Parla al plurale perché ha trasmesso la passione per i vecchi motori anche alla moglie e al figlio. E poi perché l’acquisto della Y6 è un suo ricordo gioioso, stracolmo di entusiasmo: “Ho visto l’auto, me ne sono innamorato e subito è scattata la colletta con gli amici, ma non l’abbiamo comprata insieme, l’acquisto è stato mio. Loro, che sono amici veri, hanno contribuito, chi aveva 2mila, chi 3mila euro…”, ricorda sorridente. Del resto certe chcche vanno prese al volo.

 

Chenard et Walker Y6 steering wheel dashboard prewar cars anteguerra
Gli strumenti, il San Cristoforo e l’acquasantiera

 

Il diavolo e l’acqua santa. “Anche i sedili erano come ora, ho fatto però cambiare la pelle perché era praticamente sbriciolata e ho cambiato le ruote, che non erano giuste: le ho messe a raggi”, prosegue l’attuale custode. “I fanali e i vetri, poi, li ho trovati in alcuni mercatini e li ho aggiunti”. Un accessorio che invece era già presente è di sicuro la piccola vaschetta fissata al cruscotto che fa pensare a un’acquasantiera in miniatura. Che questa Chenard et Walker abbia avuto un driver molto religioso? Uno che oltre a tenere sempre con lui il San Cristoforo, protettore degli automobilisti, voleva farsi il segno della croce con tutti crismi prima delle corse? Difficile saperlo, indagare oggi sulla storia di un’auto prodotta quasi un secolo fa assume i toni di una “mission impossible”. Però di certo l’abbinamento di una racer con un simbolo cattolico è un bel contrasto. Come dire il diavolo e l’acqua santa.

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