Cinque veicoli d’epoca su cui puntare nel prossimo futuro

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L’assicurazione britannica Hagerty ha stilato la top five dei modelli in ascesa nel lungo termine nel Regno Unito

 

 

Cinque classiche da acquistare oggi e di cui godere anche domani, in un’ottica non solo di passione ma anche di investimento. È quanto individuato da Hagerty, compagnia British di assicurazioni da anni attiva anche con servizi destinati ai proprietari di auto d’epoca. L’azienda ha elencato una decina di modelli da tenere d’occhio, fra i quali cinque classici in grado di offrire un bonus di rivalutazione negli anni a venire. L’analisi è stata condotta passando in rassegna i dati delle vendite e confrontandoli con le guide ai prezzi del mercato compilate dagli esperti. Un processo coadiuvato da un monitoraggio della domanda per scovare eventuali crescite riferite ai modelli. Come tendenza generale per il 2022 il risultato è una selezione di veicoli ampia e diversificata, da una oldtimer da corsa fino a un pullmino familiare, passando per un’utilitaria intramontabile. Vediamoli meglio uno per uno.

 

I 5 veicoli con il più alto “value for money”

 


MG TB, 1939-1940

È la più rara delle serie MG T. Lanciata nel maggio del 1939, ne furono prodotte solo 379. Con il precedente roadster TA del 1936 presentava minime differenze: solo le prese d’aria sul cofano e le ruote a raggi della TB, che però aveva in più anche il motore XPAG, più piccolo ma più potente. La scelta di Hagerty di includerla fra le oldtimer su cui puntare è dovuta al fatto che il modello viene ritenuto con grande probabilità molto gettonato nei prossimi eventi di motorsport storico. In più, l’84 per cento delle serie T che la compagnia assicurativa ha portato all’asta negli ultimi due anni sono state vendute. E la TB presenta anche il vantaggio competitivo della rarità. Oltre a ricambi ancora in commercio e meccanica poco elaborata.

 

Renault 4L, 1961-1994

Volutamente spartana, supermolleggiata e pratica come poche, la Renault 4L, o Quatrelle, come è chiamata nella sua terra d’origine, è una delle Renault più amate e diffuse in assoluto. Non solo in Francia ma anche in Europa: tranne nel Regno Unito, dove ne sono state vendute poche. Ora, negli ultimi due anni, fra i sudditi di Sua Maestà il valore all’asta della spaziosa utilitaria con motore a 4 cilindri e cambio a 4 marce – a manico di ombrello – è aumentato addirittura del 39 per cento, nonostante le poche vendite. E i recenti risultati d’asta confermano l’ascesa con quotazioni oltre le stime di Hagerty. C’è di che pensare, quindi, che i prezzi continueranno a salire.

 

Volkswagen T3 Camper, 1979-2002

Il T3 è stato la terza e ultima generazione dei mitici Transporter Volkswagen con motore posteriore. Più largo, pesante e squadrato del suo predecessore T2, era disponibile nelle versioni diesel e benzina. La produzione è terminata prima in Germania, nel 1991, e l’anno dopo in Austria, mentre è andata avanti fino al 2002 in Sudafrica per il mercato della nazione. Ora, che i precedenti van con il parabrezza arrotondato e addirittura con lo “split screen” (diviso in due), siano cresciuti di valore negli ultimi anni è innegabile. E la pandemia ha contribuito a mantenere il trend. Ma seppure meno bello dei suoi antenati, il T3 conquista per elementi sostanziali come la maneggevolezza e la sicurezza migliorate. Per questo secondo Hagerty rappresenta un ottimo affare. Le prime versioni, poi, offrono anche il fascino del raffreddamento ad aria.

 

 

Triumph TR6, 1969-1976

La versione non è disegnata da Giovanni Michelotti come le precedenti TR4 e TR5 ma modificata direttamente dalla tedesca Karmann, che ne ha realizzato la carrozzeria nel 1969. Ecco le principali caratteristiche: motore 6 cilindri da 2,5 litri, a iniezione per il mercato britannico e con carburatori per l’America. Trasmissione manuale, 4 marce, overdrive, sospensioni posteriori indipendenti, freni anteriori a disco. E in più hardtop opzionale e cruscotto in noce. È un’auto che si può trovare a un prezzo abbordabile, in particolare se in arrivo dagli USA dove, con oltre 94mila esemplari venduti, è stata molto diffusa. Un TR6 a stelle e strisce privo di ruggine potrebbe essere un acquisto smart dato che, secondo la ricerca della compagnia assicurativa, negli ultimi 24 mesi il valore del modello è salito del 13 per cento. Anche la percentuale di vendita alle aste internazionali è lievitata: fino all’82 per cento.

 

 

Rolls-Royce Camargue, 1977-1986

All’epoca del lancio, la Camargue era l’auto di serie più costosa al mondo. Ma dal momento che è stata anche alquanto controversa e poco apprezzata, ben poche ne sono state vendute. Tra il 1975 e il 1986 Hagerty registra un totale di 531 unità costruite, proposte al prezzo di 29.250 sterline, equivalenti più o meno a 291mila di oggi (circa 343mila euro). Estremamente sicura e comoda da guidare come da tradizione della Casa, la Rolls-Royce Camargue sta ora godendo del suo momento d’oro con una percentuale di vendite in asta che ha raggiunto quest’anno l’83 per cento per gli esemplari migliori. Contro il 46 e il 50 per cento del 2015-2016. In Europa, negli scorsi mesi, due vetture di questo modello sono passate di mano per oltre 100mila euro e, a scorrere gli annunci di privati nel Regno Unito, le richieste sono attualmente superiori alle stime di Hagerty. Segno che i prezzi sono in rialzo.

 

Ma non è tutto: tra le “giovanissime”, il report di Hagerty punta i riflettori sulla Renault Clio Williams, prodotta dal 1993 al 1995. Mentre le Modern Classic della lista includono due italiane, una anche di nome: la Ferrari 458 Italia e la Maserati 3200 (1998-2002). Le altre due sono: Porsche Boxster, prodotta dal 1996 al 2004, e Mini Cooper R50.

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