La Modulo 512 S immortalata in un francobollo
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso un francobollo dedicato ai novant’anni di Pininfarina raffigurante la Modulo 512 S
Con una tiratura di 400mila esemplari, il francobollo è disegnato da Pininfarina e ha un valore di 1,10 euro. Il primo annullo è stato effettuato oggi nell’ufficio postale di Cambiano (Torino), dove ha sede l’azienda, mentre la cerimonia di presentazione in live streaming si è svolta nel quartier generale della firma. Il soggetto del francobollo? L’auto venuta dal futuro, la Ferrari 512 S Modulo che ha meravigliato la scena automobilistica mondiale nel 1970 con il suo aspetto, futuristico ancora oggi. “L’abbiamo chiamata Modulo perché ricordava una navicella spaziale. Era l’epoca di fine anni Sessanta, dei primi viaggi nello spazio, della ricerca scientifica che avanzava a grandi passi”, ha spiegato il presidente Paolo Pininfarina. Il design di automobili è stato molto influenzato da questo trend mondiale e “senza saperlo l’abbiamo rivoluzionato”, ha commentato.
Cartolina dal futuro. Presentata al Salone di Ginevra come una scultura statica, la Modulo, di cui ricorre ora il 50esimo anniversario, è un prototipo disegnato per essere estremo. “L’intenzione era uscire dagli schemi del linguaggio stilistico tradizionale”, ha affermato il presidente durante la presentazione del valore filatelico. Per l’audacia della sua forma, la Modulo, basata sul telaio della Ferrari 512 S, è stata selezionata come simbolo dell’alta carrozzeria italiana all’Expo di Osaka del 1970 e l’anno dopo è stata esposta a Città del Messico come ambasciatrice dell’italian style. La Modulo è alta solo 93 cm. Con il cofano anteriore sottile e discendente, il tetto ribassato e il profilo a cuneo, è divenuta un’icona del suo tempo. La carrozzeria è formata da due gusci sovrapposti, separati da una scanalatura rettilinea all’altezza della cintura. Frontale, padiglione e cofano sono conglobati in un’unica curvatura ad arco; l’accesso all’abitacolo si ottiene facendo scorrere su apposite guide l’intera cupola, parabrezza compreso. L’interno è essenziale, con due sedili di forma anatomica molto allungati e avvolgenti.
Nata per stupire. Il totale di premi accumulati dalla Modulo negli anni è di 22. Tra loro c’è anche il prestigioso “Award for design excellence”, assegnatole per “una ricerca di forma pura nella sua voluta geometricità”. “Tuttavia, nel team Pininfarina in pochi credevano all’inizio in questo concept”, ha rivelato il discendente della famiglia. “Era troppo avanti e irriverente, per certi versi lontano dai canoni stilistici di Pininfarina, che aveva abituato il mondo a curve morbide e linee fluide. Quando Paolo Martin, l’allora capo del dipartimento design, presentò il modello in polistirolo a mio padre e a mio zio Renzo Carli, la loro prima reazione è stata di stupore. Era così oscenamente nuova che la tennero per mesi sotto un telo. Ma alla fine si lasciarono convincere”. Nel 2014 la Modulo è stata acquistata da Jim Glickenhaus, un collezionista americano che voleva fare dal prototipo un’auto marciante e non un gioiello da museo. Per questo ha iniziato un audace restauro che ha poi permesso la prima presentazione dinamica del pezzo unico al Pebble Beach Concours of Elegance nel 2018. Da lì, sempre grazie al suo proprietario, la Modulo è passata anche sotto i riflettori del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este ed è oggi di nuovo in Italia, protagonista non solo nella vignetta sul francobollo “Pininfarina 90”, ma anche fuori, dal vero, per lasciarsi ammirare durante la cerimonia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA