La Settimana Motoristica Bresciana è sempre più spettacolare
Con l’edizione 2021 si riconferma il grande successo dell’evento lombardo dedicato ai veicoli a motore più antichi
Ventiquattro auto e 22 moto: è andata in scena così la 12esima edizione della Settimana Motoristica Bresciana, una delle prime manifestazioni nate in Italia per mantenere vivi i mezzi ancêtre e anteguerra in generale. E guai se quest’anno l’evento fosse saltato come è accaduto a molti: gli affezionati non l’avrebbero permesso, quasi tutti i partecipanti non si sono persi nemmeno un anno sin dalla prima volta. Nonostante le notevoli incertezze che hanno tenuto in bilico molte decisioni fino all’ultimo e le complicazioni dovute alle normative per contenere il covid, il Musical Watch Veteran Car Club è riuscito a mettere in piedi una festa stupenda dall’inizio alla fine, senza mai una virgola fuori posto e con tutto lo charme che ha sempre contraddistinto la Settimana. Gli ingredienti del suo irresistibile mix sono le location incredibili come Villa Fenaroli, che è il grand hotel d’impianto settecentesco dove si fa base, i costumi d’epoca degli equipaggi, i luoghi più belli del territorio circostante e, naturalmente, una quantità smisurata di passione.
Moto protagoniste. La particolarità della SMB 2021 è stata la massiccia presenza delle due ruote. Sono state loro, come spesso accade, a offrire lo spettacolo più goliardico ed esaltante lungo le strade della verde Franciacorta – dove si è passati domenica rientrando verso Brescia dopo le premiazioni e la traversata del Lago d’Iseo con pranzo a Monte Isola – o fra la miriade di paesetti toccati dalla carovana sabato pomeriggio dopo la visita del centro di Cremona e la passerella dei veicoli a Gottolengo con la presentazione di Fabio Del Bono. Si rincorrevano, giocavano, si aiutavano, i motociclisti. Talvolta si fermavano e ripartivano, altre volte le spinte non bastavano e la corsa giungeva al capolinea. Qualcuno si è ritrovato con la catena in mano, spezzata in due. O completamente senza freni, come è successo al presidente del Veteran Car Club of Great Britain, che ha dovuto abbandonare la sua Excelsior 7C del 1913. Ma si sa, fa parte del gioco: sono mezzi che hanno un secolo di vita, o giù di lì.
Tutto nel rispetto della tradizione. Presi dal divertimento e dall’adrenalina, i driver delle motociclette non hanno badato minimamente al caldo torrido delle due giornate di fine estate (3-5 Settembre). Loro che erano corazzati con gli stivali, i pastrani, le cinture e i maglioni del periodo. Belli da vedere ed eleganti, hanno offerto ai passanti e ai curiosi uno show surreale: a vederli passare sembrava di essere nel set di un film, specie quando si scorgevano a gruppetti tra gli incantevoli panorami attraversati. Invece era realtà ed è stato proprio grazie alla sua maglia con il marchio storico dell’Harley Davidson che Graziano Dainelli si è aggiudicato la Coppa d’Italia Moto, riservata come da tradizione della Settimana al conducente che meglio rappresenta “l’abbigliamento dell’epoca”. Del resto i motociclisti d’inizio secolo gareggiavano così, non ancora vestiti di pelle, come il grande Tazio Nuvolari. La moto? Una Harley Davidson F del 1918 con motore bicilindrico a V di 45° da 1000cc. Il modello, con trasmissione già a catena, fa parte del parco mezzi che il contingente americano ha lasciato in Italia nel periodo post bellico.
Il fascino del carrozzino. L’altro premio motociclistico è andato a Fausto e Lara Castellini, padre e figlia, che erano a bordo del loro Indian Powerplus Sidecar del 1917: con i loro abiti molto curati e in tono con il periodo del mezzo, hanno vinto la Coppa Criterium Brescia-Orzinuovi 1899. Assegnare i riconoscimenti è stato un compito tutt’altro che facile, tutti gli equipaggi erano “pittoreschi” e i mezzi di grande interesse storico. Insieme hanno creato una sorta di enciclopedia della moto viaggiante. Quattro i sidecar, fra i quali il Gloria di Alessio Ridi, un “trascinatore di uomini” che, con il suo entusiasmo, ha coinvolto molti partecipanti convincendoli a iscriversi. Il pregiato carrozzino inglese, con il legno originale e solo la parte anteriore rifatta, è stato aggiunto in seguito alla Triumph H del 1917 con cui ha viaggiato anche in questa occasione. “Grazie al numero di telaio sono riuscito a capire che la moto è stata regalata dall’esercito inglese al nostro durante la Prima Guerra Mondiale”, ha specificato l’appassionato.
Quadriciclo o vettura? Per il resto, dalle torinesi Della Ferrera alle inglesi Triumph, si sono viste 13 marche fra le quali, solo per citarne alcune, Sunbeam, Reading Standard, Douglas e Bianchi. Ha vinto poi la Coppa Carlo Maserati Moto il quadriciclo Peugeot del 1901 che è sempre stato apripista dei cortei. Un mezzo impressionante nella sua autenticità, guidato in parte, fra l’altro, da uno splendido equipaggio femminile, quello formato da Elvira Dal Degan e Oriana Frabbro. Il veicolo offre due possibilità: vi si può montare un manubrio oppure un volante, trasformandolo così, date le quattro ruote, in una vettura. Oltre ai giornalisti presenti alla manifestazione, la giuria ha visto riuniti anche i tre fratelli Ward, tra i maggiori collezionisti di auto Veteran al mondo e giudici alla celebre London to Brighton Veteran Car Run. Si erano innamorati perdutamente della Settimana Motoristica Bresciana nel 2019 e non si sono lasciati sfuggire l’occasione di tornarci. Con la loro affascinante e rarissima Gillet Forest del 1902 hanno dato prova dell’enorme varietà della loro collezione, costituita in larga parte da pezzi unici.
Dall’Austria con il cappello da ferroviere d’antan. Oltre ai rappresentanti dell’organizzazione della London to Brighton, della celebre galoppata da Londra fino al mare c’era quest’anno alla Settimana Motoristica Bresciana anche l’equipaggio che l’ha vinta, per così dire, arrivando per primo con una Oldsmobile sulla finish line di Madeira Drive. E non una ma ben tre volte, compresa l’ultima edizione del 2019. Sono i coniugi Andreas e Jocelyne Melkus, arrivati dall’Austria per partecipare con la loro Buick F del 1909. Erano in compagnia di altri quattro veicoli di loro connazionali, fra i quali la Oldsmobile di Franz Hofer e Mayr Rosi, premiati con la Coppa d’Italia Auto come team con l’abbigliamento più in sintonia con l’epoca del mezzo. Ancora altri quattro sono stati poi gli iscritti dall’estero, due dalla Svizzera e due in arrivo dal Belgio.
Arrivederci fra due anni. Come auto è stata premiata una rara Itala 35/45 del 1910, un veicolo italiano estremamente significativo per via, in particolare, della marca pionieristica fondata da uno dei fratelli Ceirano, Matteo. Ma anche qui, con vetture che in più di un caso erano del tutto conservate, non è stato un compito facile scegliere fra le partecipanti. Dalle americane Chevrolet, Ford, Buick, Brush e Metz alle francesi Renault passando per le sette Fiat di casa nostra, la più recente era del 1917. Tra loro anche una Ansaldo Brevetti del 1908 ultra rara e molto ben tenuta. La manifestazione si è conclusa domenica intorno alle 18 con un buffet per i saluti che ha consentito ai driver di rifocillarsi dopo gli ultimi km del programma. La location era il Museo della Mille Miglia, dove tutto è iniziato il venerdì. La differenza è che stavolta si sentivano già tutti in astinenza un minuto dopo la chiusura, mentre caricavano i van per tornare a casa. L’attesa per il 2023 sarà lunga.
© RIPRODUZIONE RISERVATA