Il collezionismo di auto storiche in Italia e nel mondo

Laura Ferriccioli

Qual è l’eta media degli appassionati nelle varie aree geografiche? Quanto spendono all’anno per le loro beniamine e a che genere di eventi prendono parte? A queste e molte altre domande ha risposto Fiva in una radiografia aggiornata del fenomeno, da poco pubblicata

 

Costruite nel 1967 e con un valore che si aggira intorno ai 29.000 euro: in Europa e nel resto del mondo le automobili d’epoca più collezionate corrispondono a questi due valori medi. Lo rivela la survey 2020-2021 di Fiva – Fédération Internationale Vehicules Anciens, che ha sondato la scena del collezionismo a livello mondiale. E in Italia? Le auto che più popolano i garage degli appassionati sono mediamente del 1970, valgono più o meno come le loro simili nelle altre parti del globo e percorrono però meno strada: solo 795 km all’anno di media, contro i 1.462 km percorsi nel resto del continente e 1.413 km nel mondo.

 

 

Italiani meno spendaccioni e più restii a far viaggiare le auto. Di fatto risulta che dalle saracinesche della Penisola le storiche riescano a mettere fuori il muso non più di una dozzina di volte all’anno, mentre all’estero escono 15 volte e per tratti più lunghi. A fronte di questa minore percorrenza, si rileva anche uno stacco di circa mille euro al ribasso nella spesa media che i collezionisti italiani dedicano ogni anno al loro hobby, pari a 3.737 euro, contro i quasi 5.000 della media estera (4.858 euro nel mondo e 4.637 in Europa). Di questi, 2.524 euro sono spesi solo per le vetture, con una differenza che supera i mille euro, sempre verso il basso, sulla media europea di 3.688 euro e mondiale (3.800 euro). Eppure la percentuale dei veicoli immatricolati è più alta in Italia – 95 per cento – che in qualsiasi altra area geografica, dove al massimo la media dei mezzi che possono circolare è dell’81 per cento.

 

 

Citroën e Fiat ai primi posti. Un’altra differenza clamorosa emersa dalle dichiarazioni dei partecipanti al sondaggio riguarda il grado di originalità dei veicoli, che nel Belpaese con il 92 per cento supera di ben 11 punti percentuali la media mondiale dell’81 per cento. E mentre in Italia solo il 5 per cento dei veicoli necessita un restauro, la media estera è più alta, allineata nei vari continenti sull’11 per cento. Le marche? Da noi, superfluo dirlo, prevalgono Fiat, al primo posto, e Alfa Romeo (Piaggio in testa fra i motocicli). Con uno stacco notevole del Lingotto, che ha il 20 per cento della storiche possedute dai collezionisti, rispetto al 16 per cento del Biscione. Nel resto del Vecchio Continente si trovano ai primi posti Citroën, MG e Triumph, tutte con una percentuale di presenze ognuna del 7 per cento. Le prima due marche – con la stessa predominanza del 7 per cento per ognuna– sono anche protagoniste nella scena del collezionismo al di fuori dei confini europei.

 

La cover della Survey Fiva

 

Ci vediamo al club. La ricerca Fiva ha tracciato anche l’idenkit del collezionista tipo, evidenziando di nuovo sorprese sostanziali. C’è sopratutto una marcata differenza fra usi e costumi dello Stivale in confronto al resto del pianeta. Innanzitutto l’appassionato italiano è più giovane, ha 56 anni: tre in meno dei suoi “colleghi” nel mondo. È anche più ricco: a quanto pare la media dei suoi guadagni annui è di 60mila euro contro i 57mila di tutti gli altri. È quasi sempre membro di un club (96 per cento) mentre questa appartenenza è meno scontata altrove con una media dell’81 per cento dei soggetti. Anche per quanto riguarda le manifestazioni rimane affezionato alle associazioni e le prende come riferimento, mentre all’estero vengono gettonati di più gli eventi di portata nazionale.

 

Una immagine della cronoscalata del Festival of Speed, uno degli eventi annuali più attesi nel panorama mondiale

 

I tour e la regolarità? Per molti ma non per tutti. Non che gli italiani partecipino a molti raduni, comunque: solo il 61 per cento, a quanto pare lo fa. In controtendenza rispetto alle medie straniere del 79 e 78 per cento rispettivamente del mondo e dell’area europea. E i musei? Qui il dato si abbassa ancora di più, con solo il 37 per cento degli italiani li visita. Anche nel resto del globo va poco meglio, con una media di interessati del 40 per cento. All’estero per le raccolte museali spendono di meno, però: mediamente 63 euro all’anno contro i 68 euro che è necessario sborsare da noi. In compenso, quanto a Social siamo maestri: il 68 per cento degli amanti del motorismo storico in Italia li frequenta. Molto più di quanto avviene in Europa, dove li usa il 61 per cento degli appassionati. E anche negli altri continenti la media generale di chi posta le proprie bellezze a quattro ruote è minore che da noi: 62 per cento.

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Due immagini del Beaulieu National Motor Museum (U.K.)

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