La vittoria di Ettore Bugatti alla prima corsa veneta
Sono passati 120 anni dall’ultima edizione di una delle prime gare automobilistiche della Penisola, la Prova Resistenza per Veicoli Automobili Province Venete, nata a Padova nel 1899 e terminata nel 1901. Fra i temerari corridori anche Ettore Bugatti, trionfante, e altri nomi illustri del settore
Nell’ultimo decennio dell’Ottocento anche in Italia i nuovi mezzi di locomozione meccanici hanno fatto la loro comparsa e si presentano in varie declinazioni: dalla vetturetta leggera a quella pesante con motore di grosse dimensioni e più posti a sedere, dagli agili e veloci tricicli al bicicletto a motore (motocicletta) per i più ardimentosi. Sono tutti veicoli rari e costosi, appannaggio di nobili o grandi imprenditori che vi si appassionano sempre più, dandosi spesso appuntamento nelle loro dimore per condividere il piacere di tali meraviglie. Teatro frequente di questi rendez-vous è la Villa d’Este della Contessa Elsa Albrizzi, dove viene fondato, nel gennaio 1899, il Club Automobilisti Veneti, presieduto proprio dalla padrona di casa, valente driver e appassionata fotografa. Ed ecco che il primo scopo del Club è subito l’organizzazione di una corsa automobilistica in territorio veneto.
Sotto l’ègida di Sant’Antonio. Costituito il Comitato, la scelta cade nella realizzazione di una serie di eventi nell’ambito della Fiera del Santo a Padova. Il programma prevede per il 18 giugno, domenica, l’apertura di una Mostra di Automobili, seguita da un concorso di velocità e “dirigibilità”. Seguono, lunedì 19 giugno, la Corsa su Strada e, martedi 20, la chiusura della mostra e le premiazioni. Per la Corsa di Resistenza viene studiato attentamente un percorso attraverso le migliori strade disponibili, con partenza da Padova per farvi ritorno dopo ben 172 chilometri attraversando Vicenza, Thiene, Bassano del Grappa, Cornuda, Treviso e Noale. Tutte le vetture iscritte devono anche partecipare al “Concorso di dirigibilità” nella Piazza Vittorio Emanuele (Prato della Valle) a Padova.
Parola d’ordine, “dirigibilità”. Descrive un cronista: “Nella gara di domenica la pista è segnata da paletti, facilmente rovesciabili se urtati, costituenti un tracciato sinuoso e non facile a percorrersi, con piccole salite e relative discese. Le automobili devono seguire il tracciato rovesciando il minor numero di paletti ed impiegando il minimo tempo possibile a effettuare il percorso”. Peccato che il tempo avverso abbia impedito lo svolgimento della gara di dirigibilità della domenica, poiché la pioggia ha ridotto il terreno della piazza a una poltiglia impraticabile. Quanto all’esposizione delle automobili, la dettagliata cronaca apparsa su La Provincia di Vicenza, con elogi a certi tipi di vetture e critiche severe ad altri, è qualcosa in grado oggi di strappare un sorriso (v. ritaglio qui in basso).
Arrivano i “mostri”. Torniamo ora alla grande corsa automobilistica prevista per il lunedì. Un grandissimo lavoro di preparazione era stato fatto per cercare strade nelle migliori condizioni possibili. Erano anche stati mandati avvisi tramite le autorità a tutta la popolazione per evitare pericoli di incidenti con questi “mostri meccanici” capaci di raggiungere in certi punti anche la strabiliante velocità di 50 km/h. Ecco le categorie nelle quali sono stati suddivisi i veicoli e l’elenco degli iscritti:
Motocicli e biciclette a motore, tricicli fino a 120 kg
Orio-Marchand 2 CV – Orio Attilio di Piacenza
De Dion Cormot 1, ¾ CV – Rigoni Pietro di Padova
Prinetti & Stucchi 2 CV – Martinengo co. Leonardo di Brescia
Prinetti & Stucchi 2 CV – Culinelli co. Gianoberto di Ferrara
Prinetti & Stucchi 2 CV – Walker Robert di Milano
Prinetti & Stucchi 2 CV – Monti barone Camillo di Brescia
Prinetti & Stucchi 2 CV – Bonardi Gian Maria di Brescia
Prinetti & Stucchi 2 CV– Carpani avv. Francesco di Brescia
Figini 1, ¼ CV – Figini Luigi di Milano
Phenix Aster 2, ½ CV – Storero Luigi di Torino
Prinetti & Stucchi 2 CV – Tarlarini Enrico di Milano
Tandem e triplettes, tricicli con avantreno o rimorchio fino a 220 kg
Prinetti & Stucchi 3 CV – Benedetti Virginio di Brescia
Phebus 1, ¾ CV – Carbone Carlo di Torino
Prinetti & Stucchi 3 CV – Bugatti Ettore di Milano
Phenix 1, ¾ CV – Velox Billo di Torino
Vetturelle a due posti fino a 400 kg
Bernardi 1, ½ CV – Corinaldi Edoardo di Padova
Bernardi 1, ½ CV (Bernardi Lauro) – Soc. It. Bernardi di Padova
Bernardi 1, ½ CV – Soc. It. Bernardi di Padova
Orio-Marchand 3, ½ CV – Ruini di Milano
Vetture a due posti oltre 400 kg
Glisenti-Bernardi 3 CV – Glisenti di Brescia
Benz 4 CV – Albrizzi contessa Elsa di Venezia
Bernardi 3 CV (Miari Giacomo) – Soc. It. Bernardi di Padova
Bernardi 3 CV – Soc. It. Bernardi di Padova
Benz 4 CV – Spada Nicola di Venezia
Vetture a quattro o più posti oltre 600 kg
Mors 6 CV – Rossati cav. Ernesto di Bologna
Ruini su Orio-Marchand alla partenza
Incidenti di percorso. La gara prende il via alle 6,20 di mattina con il piacentino Orio primo allo start e a seguire tutti i concorrenti ogni minuto. Nonostante la nottata serena, la pioggia del giorno prima ha lasciato però il segno sulle strade, che sono ancora fangose. Già nel tratto iniziale, prima di arrivare a Vicenza, si cominciano a registrare i primi ritiri: abbandonano Orio, Martinengo, Walker e Figini. Superata Vicenza, il numero 14, Storero, passa in testa. “Viaggiava come un fulmine”, riporta un cronista dell’epoca. Nonostante l’avviso delle sbarre chiuse poco repentino, nei pressi della linea ferroviaria fa in tempo a frenare e a fermarsi, mentre uno scatenato Bugatti col numero 22 piomba in pieno sull’ostacolo urtando dapprima il triciclo di Storero e finendo con la spalla sulla sbarra. Dopo aver cambiato una gomma e una camera d’aria, buttando via così 16 preziosi minuti, Bugatti riparte velocissimo. Storero intanto aveva già ripreso la corsa ma l’urto aveva provocato danni al telaio, perciò poco dopo ha abbandonato riprendendo la via per Padova.
Pausa caffè al Florian. Al passaggio di Bassano, Bugatti è nuovamente secondo dietro all’altro triciclo Prinetti di Tarlarini. Il programma prevede nella cittadina una sosta di quindici minuti per consentire il rifornimento di carburante. L’intero servizio viene coordinato dal console del Touring, sig. Pietro Bortignoni, e dal rappresentante del comitato ing. Indri, che schierano oltre cento persone (tra ciclisti, soci del Touring Club Italiano, guardie e pompieri) per effettuare un accurato servizio di segnalazione e controllo da Breganze a Casella d’Asolo. Oltre al rifornimento di carburante, presso il caffè Florian alle Fosse furono offerti rinfreschi agli automobilisti dalla locale sezione del Touring Club e gli ardimentosi chauffeur furono ammirati da un numerosissimo pubblico tra il quale spiccava una moltitudine di signore eleganti, come evidenziato da un cronista. Il sole nel frattempo ben rialzatosi comincia ad asciugare le strade, che dopo Bassano migliorarono. Al passaggio di Treviso, Bugatti arriva in testa velocissimo e così anche al controllo di Noale.
Come un razzo col doppio motore. L’arrivo a Padova è un vero spettacolo, sin dalle 10 presso Porta Portello, a due chilometri dall’arrivo, una moltitudine di spettatori attende i concorrenti. Tra loro ci sono molte signore, autorità e uno stuolo di ciclisti, in buona misura gentilmente ospitati dal sig. Giacomelli nel parco della sua Villa. Alle ore 11.9′.30” Ettore Bugatti taglia vittorioso il traguardo con il suo triciclo Prinetti & Stucchi, preparato da lui stesso con un doppio motore, ad una media di oltre 44 km/h. È una velocità strepitosa considerati il mezzo, la condizione delle strade e, non ultimo, l’incidente subito.
La classifica finale
1 Bugatti su triciclo Prinetti & Stucchi – N. 22
2 Tarlarini su triciclo Prinetti & Stucchi – N. 15
3 Benedetti su triciclo Prinetti & Stucchi – N. 18
4 Carpani su triciclo De Dion Bouton – N. 12
5 Carbone su triciclo Phebus (tandem da viaggio) – N. 20
6 Rossati su vettura Mors – N. 38
7 Bonardi su triciclo Prinetti & Stucchi – N. 11
8 Rigoni su triciclo De Dion Cormot – N. 17
9 Società It. Bernardi su vetturetta Bernardi – N. 27 (Bernardi Lauro)
10 Ruini su vetturetta Orio-Marchand – N. 28
11 Società It. Bernardi su vetturetta Bernardi – N. 36 (ing. Miari)
12 Elsa Albrizzi su vettura Benz – N. 34
In coda, altri equipaggi con forti ritardi.
Ottima la performance della contessa Albrizzi, che con la sua Benz riesce a coprire l’intero percorso in poco più di otto ore. Giunge seconda di categoria dietro al conte Miari su Bernardi e davanti a Glisenti su altra Bernardi modificata, risultando così, tra l’altro, la prima donna pilota in Italia e forse nel mondo (qui in basso il riconoscimento di “Automobilista Infaticabile” che le viene assegnato).
© RIPRODUZIONE RISERVATA