L’unica Talbot-Lago T26 Grand Sport con carrozzeria italiana

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Con un design firmato Stabilimenti Farina che le è valso già un premio al Salone di Parigi del 1951, la Cabriolet è entrata nella short-list quest’anno per il Best in Show a Pebble Beach

 

Arriva direttamente dal Pebble Beach Concours d’Elegance 2022, che si è tenuto lo scorso 21 agosto, ed è l’unica Grand Sport della marca francese che si conosca con carrozzeria italiana. È la splendida Talbot-Lago Type 26 Grand Sport Stabilimenti Farina Cabriolet del 1951, telaio 110160, che al più importante concorso d’eleganza al mondo per un soffio non si è aggiudicata il Best in Show. Vincitore della classe Talbot-Lago Grand Sport, questo esemplare è infatti arrivato fra le tre finaliste per il titolo assoluto, sbaragliando 38 avversarie insieme a un’altra Talbot-Lago – una T150C-SS Figoni & Falaschi Teardrop Coupé del 1937 – e alla Duesenberg J Figoni Sports Torpedo del 1932 che ha spuntato la vittoria.

 

 

La due posti con motore a 6 cilindri in linea da 4.483cc è una delle 36 Grand Sport costruite, un modello introdotto nel 1947 basato sull’alta tecnologia della Casa che allora aveva già vinto un gran numero di gran premi. Poteva raggiungere, non a caso, la massima velocità di 124 miglia all’ora (circa 200 km/h). Almeno secondo il Mullin Automotive Museum di Oxnard, California, che è l’attuale proprietario della Cabriolet. D’altronde i successi sportivi raggiunti dalle vetture della grande tradizione Talbot lasciano pochi dubbi sulla loro qualità: erano veloci e affidabili.

Le Talbot-Lago sono state prodotte dalla Automobiles Talbot S.A. di Suresnes, nella periferia di Parigi, dal 1934 al 1959. Con le loro carrozzerie quasi sempre firmate Figoni & Falaschi e Jacques Saoutchik, potevano vantare linee di una fascino e di una forza estetica che, per quanto riguarda le stradali degli anni Trenta, le rendevano capolavori immortali di gran lusso. Colossi mondiali della bellezza, capaci di sedurre chiunque. La marca, nata a Londra nel 1903, aveva passato diverse vicissitudini finanziarie fino ad allora ed era stata fusa nel 1920 con la Sunbeam nella STD Motors dopo essere stata acquistata dalla francese Darracq.

 

 

La serie 6 cilindri venne lanciata a partire dal 1925 e, all’inizio del decennio successivo, dell’esigenza di rinnovare la gamma si occupò Anthony Lago, italiano di nascita, in carica come direttore della Talbot (l’ala rimasta britannica del gruppo) dal 1934. Le sue Gran Turismo di distinsero subito per l’alta classe, mentre la potenza del 6 cilindri da corsa della Casa saliva a 240 CV, vincendo competizioni come la 24 Ore di Le Mans nel 1950.

In questo caso si tratta di una Grand Sport one-off, spedita alla Stabilimenti Farina dal primo proprietario, portoghese, chiedendo alla firma di distruggere il modello in legno della carrozzeria in modo che nessun altro potesse averla uguale. Il gusto è lievemente americaneggiante come veniva richiesto all’epoca: con passo allungato, specialità degli Stabilimenti Farina, e cromature sulla mascherina. Una volta a Lisbona, si innamorò poi dell’auto un estimatore di nome Jacquest Touzet, che dovette “corteggiare” il proprietario della Talbot-Lago per due anni prima di riuscire ad acquistarla nel 1953.

 

 

Regina d’eleganza. Tanto amò la Cabriolet il signor Touzet che la tenne con sé fino al 2000, quando la cedette a un altro signore che anticipò l’attuale proprietario Peter Mullin, titolare del museo americano dove la vettura è ora esposta nella collezione permanente. Nel 2006 è stata restaurata e quattro anni più tardi ha partecipato già una prima volta al concorso di Pebble Beach vincendo la sua classe. Un destino già annunciato, del resto, per una star che il primo premio della propria vita l’ha incassato appena prodotta con un riconoscimento come migliore carrozzeria personalizzata al Salone dell’Auto di Parigi del 1951.

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