Mercedes 280SLC del 1980, storia di un salvataggio

Laura Ferriccioli

Dopo 25 anni passati nell’oblio, questa splendida Mercedes SL C107 è stata rimessa amorevolmente in sesto grazie ai consigli di alcuni appassionati esperti. E all’occhio clinico di un futuro collezionista

 

Nel lato passeggero, la maniglia dello sportello mostra qualche lieve segno di deterioramento. L’altra, invece, è intatta: la parte sporgente del tetto e la grondaia dell’officina Mercedes dove l’auto è rimasta all’aperto per tre anni l’hanno protetta. Già, perché il lato guida, affiancato a un muro, si è mantenuto un filo meglio. Non pervenuta, invece, la Stella nella mascherina: quando l’attuale proprietario ha preso possesso di questa bella tedesca dal passato misterioso la parte era danneggiata. E la sostituzione del logo, provvisorio, sarà ora la ciliegina sulla torta di un restauro che per la carrozzeria è stato totale.

 

American Gigolò, Dallas, Beverly Hills Cop: negli anni Ottanta le varie versioni del modello W107, disegnate da Friedrich Geiger, lo stesso stilista leggendario della W113 (Pagoda), sono state protagoniste di saghe televisive cult e di pellicole cinematografiche che hanno segnato la storia del cinema

Sebbene nati entrambi nel 1971 e quindi oggi splendidi 51enni, il Coupé rispetto al Roadster è più giovane: è entrato in produzione a settembre ed è basato sul pianale allungato di 34 cm della R107, che era già costruita da aprile ed è andata avanti fino al 1989. Mentre l’SLC (Sport Leicht Coupé) ha chiuso la sua carriera nel 1981

 

Ritorno all’origine. “Con questa Mercedes 280SLC sapevo già più o meno come regolarmi, dato che è uguale a un’altra SL che ho, una Roadster. Di diverso hanno solo il parabrezza posteriore e il tetto, che qui è apribile”, puntualizza l’attuale possessore. “Per prima cosa, un ottimo tecnico dell’officina dove era il Coupé l’ha fatto andare in moto e devo dire che è bastato anche poco: ha cambiato le candele, il filtro della benzina e ha ripulito le testine dell’iniezione. Stop. Un lavoro minimo per un’automobile ferma da oltre vent’anni. È andata in moto subito e, per come girava il motore, sembrava che l’ultima volta fosse stata un’ora prima”. A quel punto la vettura è passata nelle mani di una carrozzeria ultra fidata: “C’era ruggine nei punti classici del modello, come i passaruota e i sottoporta, che abbiamo sistemato e cambiato. Per il resto l’esemplare è stato completamente riportato a lamiera, perciò la quantità di stucco che ha ora è pari a quella di una vettura nuova, cioè zero”, prosegue il proprietario. “Alcuni pezzi sono stati cambiati, ad esempio il profilo di un fanale, ma davvero poche cose. Anche le cromature sono tutte originali, sono state solo lucidate. Quanto all’interno, ho fatto ritappezzare la parte orizzontale in alto dello schienale posteriore”.

 

Il restauro della vettura ha compreso anche la riverniciatura delle caratteristiche tendine posteriori laterali, per le quali sono stati spaiati e riassemblati i due vetri che le contengono

Con le sue linee signorili, squadrate, apprezzate sul mercato mondiale per 18 anni, il modello Mercedes W107 aveva costi di fabbricazione estremamente elevati per la Casa tedesca, per via dell’alta percentuale di artigianalità. La robustezza della vettura, la sua eleganza e il suo lusso sobrio di stampo teutonico si percepiscono, fra le altre cose, dalle numerose cromature presenti negli sportelli in pura tradizione Mercedes
Le fiancate di questo esemplare presentavano massicce quantità di stucco, mentre ora, dopo il totale restauro della carrozzeria, anche le scanalature laterali sono tornate all’assetto e alla profondità originali

Uno dei fattori più seducenti di questo esemplare è senza dubbio l’abbinamento dell’interno in Marrone Brasil con la tinta della carrozzeria, un inafferrabile verde chiaro metallizzato che tende all’oro a seconda delle sfumature della luce (codice 881, SilberDistel Metallic)

 

Lavoro di squadra. Anche per il motore, il Mercedes 110 bialbero a sei cilindri in linea (185 CV), con cambio automatico, è stata fatta una generale revisione ma pochi lavori. Olio, filtri e tubi della benzina sono stati sostituiti, come anche i tubi dei freni. “È stato poi revisionato il cambio e siccome il differenziale era rumoroso vi ho fatto sostituire un cuscinetto”, spiega l’appassionato. Che precisa: “Devo ringraziare diverse persone che mi hanno aiutato per i dettagli. Hanno fornito i codici colore delle veneziane, dei cerchi in lega leggera, dei sottoporta e dell’interno del bagagliaio, che è un nero opaco particolare: sono tutte informazioni molto difficili da reperire. Quindi, oltre al mio impegno, voglio sottolineare l’importanza del know-how di collaboratori e amici che fanno parte di club dedicati alle SL molto presenti a livello italiano. Quando l’auto è stata rimontata, mandavo loro via via delle foto e mi suggerivano di controllare vari punti centimetro per centimetro”.

 

 

 

 

Stregato dal colore. Come mai questa meraviglia è stata lasciata fuori da quel capannone e perché non è stata recuperata prima? Costruita nel 1980, la C107 è stata importata in Italia dalla Germania un decennio dopo e, nel 1995, in seguito a un paio di passaggi di proprietà, è finita sequestrata dalle Fiamme Gialle. Quindi per lei è iniziato un periodo di giacenza in un deposito fino al 2017, finché ha trovato un acquirente. Che l’ha collocata vicino al service Mercedes in attesa di farla ripartire. Perché di fatto nessuno ne conosceva le condizioni, quando è stata confiscata non era marciante. “Un tentativo di metterla in moto il proprietario l’anno scorso aveva provato a farlo ma non c’è stato modo”, racconta ancora il custode attuale, il quale nel frattempo era affascinato dal colore dell’auto, che tende a virare all’oro – verde SilberDistel Metallic, cod. 881. “E siccome in quel periodo capitavo spesso in officina con mio nipote, che mi chiedeva sempre di andare a vedere quella Mercedes abbandonata, ho deciso dopo un po’ di comprarla sapendo che avrei fatto contento anche lui!”.

 

Passione nascente. In pratica, la vettura è stata recuperata per merito di Filippo, un 8enne dall’occhio vispo che sotto la coltre di polvere e di degrado ha saputo scorgere lo scintillio di una stella. Per il nonno, un appassionato che della Casa di Stoccarda possedeva già sette esemplari (fra le quali quattro storiche), il passo verso la numero otto è stato breve. Non a caso frequentava l’officina specializzata. E, per la serie “tiriamoli su bene da piccoli”, non mancava di portarvi anche la giovanissima leva. Un biondino che verso le auto d’epoca dimostra già una bella sensibilità e in particolare vorrebbe salvare tutte quelle malmesse. Della C107, neanche a dirlo, ha seguito le fasi del recupero, quasi tutti i giorni si faceva portare a visitare i lavori. Quando si dice questione di DNA.

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